Filippo Tincolini con le sue opere dimostra di essere artista “nuovo”! Testimone della storia dell’arte e della tradizione scultorea, è capace di organizzare il lavoro creativo intorno ad un’idea per dare risposta alle domande che da sempre ci poniamo nel nostro “essere al mondo”, a partire dall’eterno confronto tra uomo e natura.
Con ironia e leggerezza Filippo recupera una dimensione rituale, aperta all’altro, e rompe l’autoreferenzialità dell’arte guidando lo spettatore nella lettura dell’opera.
Le opere di Filippo Tincolini si iscrivono, a diritto, nelle due macroaree della scultura contemporanea; quella legata alla fisicità dei materiali – anche se distante da una figurazione integrale – e, l’altra, aderente alle dinamiche pop, dada e neodada che hanno preso l’oggetto/soggetto comune e lo hanno innalzato a livello di valore artistico, esondando nei campi del design, dell’installazione e dell’architettura.
E proprio nella declinazione più pop delle sue opere, Tincolini abbandona il marmo, il materiale preferito, per sposare la resina e i colori fluo, inserendosi con coraggio nel dialogo culturale dell'arte contemporanea.
Emerge così una terza via, una forma personale di immaginazione incarnata formalmente in tutte le sue sculture, una sorta di astrazione immaginativa con cui l’artista punta a creare un universo neorituale contemporaneo. Lo scopo è quello di suscitare stupore in chi guarda e contrastare il diffuso narcisismo alimentato dalla nostra società ipermediale.
Nel suo percorso, Tincolini esplora le possibilità offerte dalle sculture contemporanee, intrecciando materiali e tecniche diverse per dar vita a opere che riflettono l’evoluzione del linguaggio artistico, senza mai perdere il legame con l'orizzonte simbolico e culturale che caratterizza la nostra epoca.
L’ aspirazione non è cambiare la storia dell'arte ma, mostrare nuove forme che leghino il passato alla contemporaneità, stimolando la riflessione.